Per lo spazio dedicato ai membri dell’OIES, abbiamo intervistato Sandra Aitala che in rappresentanza di TIM ci racconta come l’azienda si sta interfacciando con il mondo degli Esports. Nell’intervista Aitala spiega l’impegno di TIM nel supportare la eNazionale FIGC TIMVISION e come gli Esports possano essere un importante asset per sviluppare nuove strategie di marketing.
di Lorenzo Baletti
Partiamo dalla nota più dolce: la conquista di eEuro2020 da parte della eNazionale TIMVISION di PES. Cosa insegna questo successo?
Il progetto delle eNazionali TIMVISION è stato lanciato lo scorso autunno tramite una partnership tra noi e la FIGC. Da tempo cercavamo un partner solido e ambizioso per entrare nel mondo eSports, che rappresentasse le istituzioni e avesse una forte penetrazione tra i giovani.
Questo successo insegna l’importanza della progettualità e del coraggio, ma anche il valore del gioco di squadra, della passione e del rispetto dell’avversario, qualità importanti che hanno permesso ai nostri atleti di trionfare.
Cosa vi ha portato a scegliere il brand TIMVISION per sponsorizzare i team Esports della FIGC?
Il brand TIMVISION rappresenta un prodotto ideale per tutta la famiglia, un aggregatore di passioni, curiosità, sport e tempo libero, che trova una sua naturale declinazione nel mondo Esport di cui ha iniziato a raccontare le storie e l’evoluzione. Gli ottimi risultati in termini di contatti ci danno fiducia in questa direzione.
Oltre all’esperienza appena citata, negli ultimi anni avete investito negli eventi, soprattutto le Fiere di settore. Con quali risultati?
Le Fiere di settore, come la Milan Games Week e Lucca Comics, sono delle vetrine importanti per comunicare con i giovani presentando i nostri prodotti, e per raccogliere da loro feedback e suggestioni. I risultati sono stati lusinghieri sia in termini quantitativi (pensiamo agli oltre 35mila ingressi nel nostro padiglione di Lucca nel 2018) che qualitativi (migliaia di interazioni con le nostre attività di ingaggio, prima durante e dopo gli eventi stessi).
A quale target puntate tramite gli investimenti nel mondo esports? E quali obiettivi di marca vi siete posti?
Il mondo Esports abbraccia un target molto trasversale, che in prevalenza va dai 21 ai 35 anni come dimostra anche la composizione della nostra eNazionale che ha vinto gli eEuro2020, ma mantiene picchi di interesse anche nelle generazioni più grandi fino ai 50 anni.
Può essere un canale importante per entrare in contatto con la generazione Z e rafforzare il legame già forte che abbiamo con i Millennials. A livello di marca puntiamo a creare curiosità, interesse e reputation verso i più giovani, e continuare a rappresentare affidabilità e sicurezza per i ragazzi più grandi.
La nostra fibra, che li ha aiutati e connessi durante il lockdown, oggi è pronta a farli appassionare e divertire ancora di più.
Ritiene che il networking tra gli stakeholder possa essere uno strumento utile per la crescita del vostro progetto? E per quello dell’intero sistema?
Questo settore è molto giovane, deve giovarsi sia dell’entusiasmo di startup e team di proplayer sia della stabilità e dell’esperienza di grandi aziende dedite all’innovazione. In questa direzione un networking come quello sviluppato da OIES può essere certamente di aiuto come confronto e fucina di idee.
Più il settore eSports acquisterà in solidità e credibilità e meglio sarà per tutti i player che già vi partecipano o che decideranno di farlo.
Vostri competitor stanno investendo in modo significativo. Quali sono le vostre strategie per preservare la vostra posizione di forte visibilità?
Rafforzare le partnership già attive, presidiare gli eventi con un ingaggio di qualità e innovazione, e investire sulla nostra piattaforma di gaming, in merito alla quale avrete a breve importanti novità in termini di offerte e servizi.